La resilienza

Negli articoli precedenti abbiamo parlato di stress e di come delle adeguate strategie di coping possano aiutare nella sua gestione. Un altro aspetto importante di cui vi voglio parlare oggi, che interviene nella capacità di gestire difficoltà e situazioni problematiche, è la resilienza. Un termine molto in voga negli ultimi anni e che avrete sicuramente ritrovato in qualche contesto: scopriamo insieme di cosa si tratta.

Che cos’è la resilienza?

Resilienza deriva dal latino “resalio”, ossia il gesto di risalire sulle imbarcazioni rovesciate a causa delle onde del mare.

Il termine è stato preso in prestito dalla metallurgia, in cui indica la capacità di un metallo di riacquistare la sua forma originale dopo aver subito delle modifiche dalle forze applicategli. Si identifica quindi come il contrario della fragilità e della resistenza: l’oggetto applica infatti una non-resistenza funzionale alla sopravvivenza, ossia si piega per non spezzarsi.

La resilienza

Questa metafora è stata poi impiegata in diversi ambiti tra cui l’informatica, l’antropologia, l’ecologia e la psicologia. All’interno di questi il riferimento a ciò che “si piega per non spezzarsi” non riguarda più un materiale resiliente, quanto piuttosto un complesso insieme di sistemi che mettono in atto strategie e risorse al fine di ristabilire l’omeostasi, ossia una nuova stabilità, dopo una sollecitazione.

Esempio

In Australia vi è un clima molto arido e nelle foreste il rischio di incendi è molto alto in particolari periodi dell’anno. La vegetazione si è adattata a questo a clima per poter sopravvivere. Come? Facendosi bruciare. Il fuoco da un lato distrugge la vegetazione esistente, dall’altro apre nuovi spazi affinché le piante si possano riprodurre: piante e alberi infatti hanno una resina molto infiammabile, ma semi completamente impermeabili al fuoco. Questo è un ottimo esempio di resilienza in cui si sfruttano le condizioni avverse a proprio vantaggio per poter vivere.

La psicologia ha preso in prestito tale definizione di resilienza per descrivere l’atteggiamento dell’essere umano di andare avanti nonostante le difficoltà, reagendo agli eventi traumatici e resistendo nel raggiungimento dei propri obiettivi (Malagutti, 2005).

Una persona resiliente vede nel cambiamento un’opportunità per mettersi alla prova anziché una minaccia e “vive” il dolore, le sconfitte e le difficoltà traendovi forza e insegnamento.

Che cosa NON è la resilienza?

  • NON è l’eliminazione dalla vita di stress e esperienze negative (il che è anche abbastanza impossibile), ma piuttosto implica imparare a capire quali sono le risorse personali per poter fronteggiare gli eventi negativi e come poterle adoperare al meglio.

Possiamo dire che la resilienza è un processo che permette di raggiungere un adattamento positivo nonostante una condizione sfavorevole.

  • NON è qualcosa di innato, ma è fortemente influenzata da:
  • Fattori individuali

    autostima, autonomia, ottimismo, senso di responsabilità, abilità sociali, capacità comunicative e di problem solving.

  • Fattori ambientali

    legami familiari, contesto sociale, valori  di riferimento.

Come è possibile quindi implementare, modificare ed esercitare la resilienza?

Un suggerimento è quello di cercare di modificare la reazione, quasi automatica, che si ha di fronte ad una situazione.

Non bisogna dimenticare infatti che gli eventi non sono negativi o positivi di per sé: è la persona che sceglie quale significato dar loro a seguito di una valutazione personale. Questa porterà, di conseguenza, a reagire diversamente a seconda dell’esito (positivo o negativo) di tale valutazione.

Un semplice esercizio che vi voglio consigliare è quello, quindi, di spostare il focus su ciò che c’è di positivo, chiedersi: “Cosa c’è di buono in quello che sta succedendo?“,  “Qual è il miglior significato che posso attribuire a quanto sta accadendo?“.

Potrà sembrare banale, ma col tempo permette di riprendere in mano il “controllo” degli eventi e di decidere in prima persona come reagirvi: imparare a sentirci responsabili delle nostre azioni e non più sotto il controllo esterno, ci permette di sentirci più capaci ad affrontarle.

Nella speranza di avervi dato degli spunti interessanti su cui riflettere, ci diamo appuntamento al prossimo giovedì con un nuovo argomento!

4 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *